28/01/12

Siamo tutti omofobi

Omofobo? Chi io? Io sono tollerante (e già sulla parola "tollerante" ci sarebbero mondi da srotolare). Io sono una personcina a modo. Io accetto tutti. Io non discrimino. Io sono per la libertà.
Sì tu. E tu. E tu. E io. E non sto parlando dell'uso lampante - e agghiacciante - del termine "frocio" per insultare qualcuno.

A seguito di un'interessante lezioncina ho scoperto che dietro a ogni innocua parola o espressione che usiamo, dietro ogni più neutro termine, dietro ogni giudizio politically correct, si cela un virus minuscolo ed impercettibile. La cultura bianca, maschile ed eterosessuale.

Perchè gli aggettivi hanno la concordanza al maschile?
Perchè i bambini hanno paura dell'uomo nero?
Perchè mandiamo a fanculo chi ci taglia la strada in rotonda?

VAFFANCULO : Contrazione di "vai a fare in culo", esortazione ad avere un rapporto anale.

Quindi è questa la cosa peggiore che si possa augurare a qualcuno?  Non la morte, non la peste, non di venire colpito da un meteorite. No. Un rapporto anale. Perchè prenderlo nel culo è sottomissione, è vile, è vergognoso, è da femminuccia (altro termine da brivido...femminuccia. Femmina è debole, maschio è forte).
E pensare che il porno, e parlo di quello etero, è pieno zeppo di mugolanti signorine piegate sul tavolo che ne prendono metri, con immensa soddisfazione, proprio lì. Senza poi scendere nel dettaglio di come un rapporto anale è vissuto per ovvi motivi nel mondo omosessuale.

Siamo tutti d'accordo che mandare a fanculo il pirla che non conosce le regole basilari della circolazione automobilistica non faccia di noi un ottuso omofobo.
Però almeno fa riflettere come nel momento di scatto nervoso, senza alcun ragionamento o premeditazione, ci parta in automatico l'augurio di venire montati ripetutamente, possibilmente da un omone ben piazzato.
Perchè la parola chiave di tutto questo è IN AUTOMATICO. Usiamo termini con origini discriminatorie - verso le donne, gli omosessuali, le persone di colore - e ormai va bene così, tanto non è offensivo, tanto lo usano tutti, tanto è linguaggio comune, tanto è normale.

Simpatico esempio: Discriminazione. Razzismo. Omofobia. Sessismo. Termini noti. Credo che ormai li conoscano e li usino comunemente anche una schiera di menti elette come i concorrenti del Grande Fratello. Ok. E ora, troviamo i termini opposti. mmmm. mmmm. Non vale mettere "anti" davanti alle parole. Un sinonimo contrario. Come il binomio bello-brutto. mmm.mmmmm. Ecco. Ho fatto il classico e so che il contrario di omofobia è "omofilia". Ma il mio contributo termina qui. La cosa sotto sotto è inquietante.

A Bologna per dire che una persona è fortunata si usa la parola "busone". Che è un po' come esclamare "che culo che hai!". Busone tradotto letteralmente infatti vuol dire "buco-grande" (alludendo suppongo al buco del culo..). Busone in tutt'altro contesto è un termine dispregiativo usato per gli omosessuali. Diciamo che è un po' il "frocio" delle due torri. Sono perfettamente consapevole di questo doppio significato e rabbrividisco. Eppure, all'inaspettato colpo di fortuna, TAC, mi parte il "che busone!".

Io so di non essere omofoba o omofobica (è da mesi che mi chiedo se entrambe i termini siano corretti e ho appena deciso di sì) però vorrei non avere appiccicata addosso questa cosa. Di essere una portatrice sana dei valori dispregiativi di una parte della società che non mi rappresenta.

Ovviamente questa riflessione non cambierà il mondo, manderò a fanculo una schiera infinita di altre persone, e sputerò fuori in un singhiozzo milioni di termini dall'oscuro significato sommerso.
Ma è bello avere almeno l'intento di ripulire il mondo.

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