Avevo 13 anni. Io e le mie amiche avevamo noleggiato la videocassetta di "Ritorno dal nulla" solo perché c'era Leonardo di Caprio. Aveva ancora quel viso angelico da preadolescente e da preTitanic che ci faceva fare commentini idioti durante tutta la proiezione del film.
Di quel film - per fortuna - ricordo solo in maniera sbiadita che c'era questo tizio tossico che giocava a basket.
Un po' di anni fa ho incontrato Jim per caso alla fine del remake dell' alba dei morti viventi.
Nelle scene finali, tra i titoli di coda, parte questa canzone incredibile. Di quelle che non importa il testo o il significato. Sai immediatamente che l'ascolterai in loop per un sacco di tempo.
Quindi armata di pazienza ho lasciato scorrere tutti i titoli di coda fino all'elenco delle musiche e ho preso giù i dati molto soddisfatta.
E poi quella musica ospitata da winamp per settimane viene caricata sul cellulare perché è assolutamente più dignitosa delle superchicche per annunciare che qualcuno ti sta cercando.
Ma sono una persona curiosa e avida e quando mi piace qualcosa devo "possedere" il più possibile.
Quindi scarico tutti i suoi album, scoprendo con rammarico che ne ha fatti pochissimi e che la metà delle canzoni non mi piace neanche tanto.
Una sera a cena da Elisa la chiamata di chissà chi da' il via a battute e ilarità sulla mia suoneria che parte a volume altissimo e veramente sparata. Difendo Jim.
E Laura si illumina e mi dice che è uno dei suoi scrittori preferiti. Ha scritto Basketball Diares. Insiste. Devo assolutamente leggerlo, e in lingua originale mi raccomando.
Ho fatto un video con i miei disegni e I want the angel e l'ho caricato su Youtube. Mi hanno commentato persino che i miei scarabocchi erano molto belli. L'unico motivo per cui ho fatto il video è che volevo condividere la canzone su Facebook e su Youtube non c'era. Non volevo caricarlo vuoto.
Qualche settimana fa mi sono messa a cercare il testo di una delle poche canzoni che mi era veramente piaciuta dei famosi cinque album di cui sopra.
Oltre a scoprire che si chiama ROOMS - fottuti file rinominati a cazzo negli album mp3 - ho scoperto che il testo è incredibile. Ma incredibile veramente. Sembra uno scherzo.
Allora mi torna in mente Laura. E compro "Jim entra nel campo da basket", che è la traduzione impietosa da querela del titolo di The Basketball Diaries.
Il libro è bello. Non meraviglioso. Ma bello. Ciò che lo rende meraviglioso è che è un diario per davvero. Ciò che lo rende incredibile e pazzesco è che Jim Carroll lo ha scritto tra i 12 e i 15 anni. Con uno stile, delle descrizioni, delle parole che ti fanno secco.
E tutto torna al suo posto.
Perché "People who died" non è solo un pezzo che adoro, non è solo una lista di gente morta in modi incasinati per far della scena con quello stile da punk squallido da protesta di sto gran cazzo. Perché a pagina 45 inizi a canticchiarlo davanti alle pagine "Teddy sniffing glue he was 12 years old Fell from the roof on East Two-nine", mentre leggi del funerale del povero Ted e della madre che va in giro raccontando che è caduto dal tetto aggiustando l'antenna, e "Bobby got leukemia, 14 years old" ha lottato molti anni ed c'è la bara aperta al funerale e fa un sacco impressione e tutto il resto.
Jim Carroll era uno scrittore ed un poeta.
La musica è un effetto collaterale di breve durata.
Jim lo ha deciso a 9 anni che sarebbe diventato un poeta. E lo è diventato.
E continuo a chiedermi insistentemente perché cazzo non lo conosca nessuno.
Forse perché è morto da adulto per un attacco di cuore e non in un modo interessante.
Laura è morta a 26 anni per un tumore all'utero. E in un modo stranamente ironico della sorte sarebbe stata una strofa magnifica per "People who died" e spero che questo le sarebbe piaciuto almeno un po'.
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